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Testi Roots

9. Verità PT II

L’’ho rincorsa costantemente…

Coltivo la realtà nei dubbi,
Semino i miei frutti,
vendo stelle bianche agl’occhi bui.
Nella massa solo come tutti,
buia la mia anima che latita ogni volta celata dai trucchi
sa del nulla che divora un cuore crudo e sa di tutto quel silenzio che ora sputo.
Se ora sono muto è perché muta è questa vita,
Appare muta e grida fra,
come chi è muto perché prima ascolta poi parla con dita.
Mani per parlare,
la matita chiusa in sé come l’essere e il pensare perché quaggiù
crescere è trasformarsi e poi spogliarsi è come temperare.
So che devo stare zitto per pensare e il loro zitto è un cazzo d’eufemismo,
hanno lo sguardo fisso e nulla dimora in quelle parole come in teste mute
e in testa noi in comune abbiamo solo sole..
Parola per parola
sarò silenzioso come chi cerca una nota..
Divenire cosa? Quando? come?
mo’ che Muto è verbo, ho una direzione.

Ora che la mente sa che va come la vista,
ora che ogni sua realtà è là dove la fissa,
ora appare dritta, ora appare storta,
la Fantasia è là dopo la porta.
Ora che la mente sa, sa già quello che fissa,
ora che scrive ciniche parole sulla lista,
parole di un artista,
ora che sa dove l’ho scritta:
la verità in cui s’ungono qua è un punto di vista.

Nei volti che conosco di dubbi ce n’è un mare
e più hanno vite certe più ne so contare.
Verità sociale,
a loro basta questo,
formano alveari come nuovi mondi e dentro tutto è reale.
Paralleli soli non li scaldano ma incantano,
loro sotto sovrapposti parlano di niente,
di possibili niente e certe dimore tu per vedere devi averle.
Senza più ragioni,
solo un senso: il sesto
e fuori dal senso di una morale da contesto
il dubbio adesso è certo,
e ora distinguo quello che sento:
anche la verità che dici da quella realtà che hai dentro.
Io vengo dalla scuola umana,
certe verità le so e le tengo bene a bada,
Vivo sempre male queste mode,
e ora che il mio nome è in giro credo che odio me come sto nome.
Irreali coppe nelle mani bro, troppe,
serve a dare una realtà di forme a teste rotte,
se poi è solo forme,
noi siamo come acqua:
la forma che assumiamo è quella nella testa e basta
e che dovrei pensare?
brucia come lava, brucia per lavare,
so che la tua notte chiama,
io alla mia so dare forme eteree poi una dimensione,
abiti e parole che la vestono di un nome.
Lei che lava le persone dal nulla
che l’ovvia ragione culla nel più antico buio,
giungla di un eterno lungo nulla che ora il mio timore espugna…
…Muto, Vivo e Creo.

E’ solo un sogno: Sono morfeo.